Per i genitori e le educatrici insieme
Cari genitori, care educatrici, questa settimana non posso che scrivere di gratitudine. Secondo un aforisma di Lao Tse essa non è altro che la memoria del cuore. Perché, in qualità di genitori ed educatori oltre che di persone, siamo chiamati ad essere grati? E di cosa poi? Attraverso l’esercizio della gratitudine alimentiamo il lato umano delle nostre relazioni, riconosciamo l’importanza di quello che siamo e viviamo, diamo all’altro la possibilità di esserci e di essere per noi fonte di gioia, di pienezza. I figli, i bambini, sono uno dei più grandi motivi per essere grati alla vita e ricordarlo al nostro cuore non può che far bene anche al loro. Ecco allora che il mio invito è quello di:
1. Orientare lo sguardo dentro di noi: riconoscere i motivi di gratitudine verso noi stessi non è un atto di egoismo o superbia ma piuttosto un riconoscerci dotati di abilità e potenzialità. Nessuno ne è privo e poterci riconoscere ricchi di qualità e risorse ci farà finalmente guardare per quello che siamo e non solo per quello che pensiamo che ci manchi.
2. Dire “grazie” in abbondanza: esplicitare a parole quanto qualcuno o qualcosa ci renda riconoscenti è più di una forma di educazione, è un modo per andare oltre e restare connessi con noi stessi e con gli altri. Grazie è una parola che dona gioia sia a chi la dice sia a chi ne è destinatario.
3. Vedere oltre: la gioia che nasce dal non dare per scontate le piccole cose di ogni giorno è un dono che coltivato porta come frutto la fiducia nella vita, la capacità di saperci aprire a quello che il domani ci riserverà col coraggio di un sorriso.